ACEA. C'E' CHI SI ACCONTENTA E GODE ...E CHI SI DEVE ACCONTENTARE

In allegato il volantino

Roma -

Per quelli che si devono accontentare è pronto un altro piano triennale di mobilità.


Nella sua politica di riduzione d’organici o meglio come scriveva nel 2004 Risorse Umane in una sua famosa pubblicazione”ridurre gli organici diventa un imperativo, occorre distruggere lavoro umano”, Acea Distribuzione ha preparato un piano di mobilità che riguarderà circa 136 lavoratori individuati nel perimetro dei tre anni che mancano ad ognuno di loro per raggiungere la pensione.



Un piano che complessivamente costa molto meno, della somma di tre milioni d’euro che l’a.d. Mangoni s’intasca per le sue dimissioni.



Da una parte 136 lavoratori che dovranno centellinare la somma che gli sarà liquidata + la pensione per il resto della loro vita per sopravvivere, dall’altra Uno che oltre a non avere problemi per lui e la sua generazione successiva, deve solo pazientare perché in politica si sa oggi a te, ma domani di nuovo a me, ma sempre in c.lo agli operai.


Qualcuno sosterrà che il piano è volontario, per questo chi non lo ritiene conveniente può rinunciare.

Non è cosi!


Solo in apparenza la scelta è volontaria, nella realtà sono anni che la Società con la sua politica di gestione del personale, la non valorizzazione delle risorse umane e delle loro capacità professionali, ha creato volontariamente sacche di non utilizzo con successiva emarginazione dai processi produttivi, o esasperazione per continui adattamenti dovuti a cambiamenti organizzativi.
Sono tanti quelli parcheggiati che aspettano di liberarsi dallo stato nel quale sono stati volontariamente portati.


Quando non ci sono le volontà per costruire alternative, l’unica soluzione a malincuore è quella di accettare la mobilità PER SPIRITO DI SOPRAVVIVENZA.

 

P.S.
L’accordo voluto da Mangoni e firmato da Filcem & Uilcem a dicembre, troverà subito l’applicazione per i 136 lavoratori che andranno in mobilità e PERDERANNO il diritto alla riduzione tariffaria con l’arrivo del primo assegno di pensione.
Ma che forse i sette milioni d’euro liquidati ai tre max dirigenti è frutto del bottino ottenuto scippando ai lavoratori il diritto alla riduzione sulla tariffa dell’energia elettrica.?