Lettera aperta al Sindaco di Roma: Marino e l'AMA: il dito e la luna!

Roma -

Lettera aperta al Sindaco Marino

 

Marino e l’AMA: il dito e la luna!

 

Sindaco,


    i lavoratori dell’AMA e i cittadini romani avrebbero meritato di ricevere da Lei un augurio diverso dall’ennesimo proclama e dichiarazione d’intenti.
Il mare di rifiuti che durante le festività ha invaso Roma, non rappresenta un fulmine a ciel sereno, ma l’apice di un disastro annunciato i cui responsabili diretti sono il management dell’AMA, ma anche la latitanza della giunta capitolina, che in questi sei mesi ha continuato ad affidare il servizio all’incapacità gestionale di una dirigenza da tempo compromessa. Sperpero di denaro pubblico, affidamenti diretti al posto delle gare d’appalto come candidamente confessato qualche giorno fa dal Direttore Fiscon (uomo per tutte le stagioni, in AMA da oltre 20 anni), assunzioni pilotate di amministrativi superpagati.


Azzerare questa dirigenza avrebbe dovuto rappresentare una priorità per la sua Giunta, ma evidentemente non sono bastati né il ritardo per l’avvio della raccolta differenziata ad un anno e mezzo dal Patto per Roma, né la gestione fallimentare della raccolta porta a porta nel I municipio prima e nel  IV poi,  ma si è lasciato che gli attuali vertici facessero partire il servizio porta a porta anche nell’VIII e nel XII Municipio proprio a ridosso delle festività di fine anno.


Da mesi denunciamo l’improvvisazione con cui è stata avviato il servizio PAP a Roma, a partire dal balletto di trasferimenti di oltre 1800 dipendenti iniziato a giugno e  non ancora concluso, per continuare con una organizzazione caotica, con  mezzi insufficienti, inadeguati e spesso fermi, con compattatori mai utilizzati, con gli impianti tmb al collasso, con lo stabilimento multimateriale  laurentino ancora fermo, con quello di maccarese considerato un’eccellenza nella produzione del compost, ma che oggi funziona come stazione di trasferenza di organico inquinato.


Tutte cose già note temiamo, e che comunque USB ha denunciato all’Assessorato all’Ambiente e all’AMA anche lo scorso 20 dicembre.


Ma con una organizzazione della raccolta e del ciclo dei rifiuti così scadente non possiamo accettare che vengano attaccati gli operatori dell’AMA, che insieme ai cittadini sono le vere vittime di questa situazione, chiedendo che lavorino “365 giorni all’anno secondo gli standard europei”. Perché, premesso il diritto inalienabile alle ferie, gli operatori, gli autisti e il personale delle officine durante le domeniche e i festivi vengono organizzati in base ad piano ferie precedentemente concordato; perché sono stati assunti in AMA negli ultimi sette anni centinaia di lavoratori con contratti capestro che li costringe a lavorare tutte le domeniche e i festivi senza  percepire un’ adeguata indennità; perché la compressione dei salari e le difficoltà economiche spingono moltissimi lavoratori a lavorare volontariamente nei  giorni  festivi.


Purtroppo non basta la presenza dei lavoratori a risolvere l’emergenza rifiuti se gli stabilimenti AMA  sono pieni e insufficienti e quelli privati nei festivi sono chiusi. Gli automezzi pesanti passano buona parte del tempo in fila nelle discariche disponibili e moltissime volte restano fermi e pieni, per cui gli operatori di zona lavorano attorno a cassonetti e mezzi di raccolta che non possono essere svuotati.


Possiamo sacrificare le festività di tutti i lavoratori AMA e delle loro famiglie, pagare le cooperative che utilizzano operatori sotto ricatto con l’ordine  di pulire e basta (sono loro nelle foto che riprendono lo scarico della differenziata nell’indifferenziata), ma non serve se il ciclo dei rifiuti è fermo a valle e a monte c’è “chi rema contro”, come ha rilevato anche l’Assessore Marino.


Gli operatori sono stati messi a svolgere il nuovo servizio PAP senza alcuna formazione, ma è a loro che i cittadini si rivolgono per colmare la mancanza di informazioni con cui affrontano la raccolta differenziata. L’AMA è tristemente nota per l’alto numero di provvedimenti disciplinari che adotta sugli operatori, sanzionati anche se prendono un caffè o vanno al bagno. Un trattamento che però non viene adottato con tutti i dipendenti, perché quello della oscura e chiacchierata gestione del personale è un altro dei problemi fondamentali di questa Azienda. La invitiamo Sindaco ad andare a curiosare tra i candidati e gli eletti del nuovo cda dell’IPA e delle RSU dell’AMA. Chissà se sarà stupito di trovarvi dipendenti AMA attualmente indagati dalla Procura e dalla Corte dei conti per danno erariale e abuso d’ufficio ai danni dell’azienda e dei lavoratori e su cui non ci risulta l’AMA abbia avviato alcuna inchiesta interna.



Insomma Sindaco, mai come in questo caso fu più giusto il motto che vede il pesce puzzare soprattutto dalla testa, e per questo siamo francamente stanchi di vedere i lavoratori in pasto alla stampa e all’opinione pubblica, è ingiusto, ma soprattutto è inutile e serve solo a spostare l’attenzione dai veri problemi.


L’AMA deve essere rilanciata, per noi attraverso la sua ripubblicizzazione.

Riteniamo necessari una nuova organizzazione del lavoro e un nuovo piano industriale in cui abbia un ruolo centrale la raccolta differenziata porta a porta, ma anche l’intero ciclo dei rifiuti attraverso il potenziamento degli impianti e la costruzione di nuovi per il recupero e il riciclo delle varie frazioni, a partire da quelli urgenti per l’organico, la plastica, i metalli e il legno.


Bisogna però ripartire da un progetto di servizio condiviso con i cittadini e con i lavoratori nel rispetto delle necessità di tutti, e per questo USB propone la costituzione di una Consulta cittadina sui rifiuti ai cui partecipino con le istituzioni interessate, i lavoratori e le associazioni e i comitati dei cittadini.
L’AMA può essere risanata, non sulla pelle dei lavoratori e degli abitanti della capitale, ma tagliando gli sprechi a partire dalle consulenze, dall’affare delle esternalizzazioni dei servizi, dalle spese per l’affitto degli uffici della direzione, dalla riduzione del numero dei dirigenti.


Ma i romani hanno diritto ad avere un servizio di qualità e quindi occorrono anche investimenti. I fondi europei che il Comune sarà chiamato a gestire possono essere una risorsa, per difendere e sviluppare i servizi pubblici della capitale, per rilanciare la buona occupazione. Su questo tema USB terrà il prossimo 29 gennaio un’Assemblea pubblica alla Regione Lazio alla quale siamo lieti di invitarLa, per passare dalle dichiarazioni d’intenti alla ricerca di soluzioni concrete e condivise, per cominciare a “guardare la luna”!.

Roma, 4 gennaio 2013

USB Roma e Lazio