Lo sciopero farsa di chi non vuole l'acqua bene pubblico

Roma -

Come volevasi dimostrare lo sciopero generale dei lavoratori della categoria gas acqua elettrico indetto per lunedì 17 dicembre dalla triplice CGIL-CISL-UIL, è la cosiddetta foglia di fico che nasconde altri e più profondi interessi di parte. Chi ha indetto lo sciopero infatti sa bene che la disposizione legislativa del Codice degli Appalti presa a pretesto per motivare lo sciopero non è applicabile al settore idrico e alle concessioni erogate nei settori speciali. Sarà stata una svista o una furbata per mettere un po' di terrore ai lavoratori?
Eppure è stato comunque indetto lo sciopero chiamando i lavoratori alla lotta, gli stessi lavoratori che in questi periodi di magra sono reclutati senza ragione a formare unicamente massa d’urto inconsapevole, rinunciando ad una parte di retribuzione solo per dare la possibilità a questi signori di giocare al sindacato conflittuale, mentendo subdolamente sui reali motivi di uno sciopero che è fortemente intriso di richieste e ricatti di ben altra natura.
Indicendo uno sciopero contro la proposta di legge che promuove la ripubblicizzazione del Servizio Idrico (Pdl Daga) hanno tradito il volere popolare di 27 milioni di italiani che nel 2011, col referendum relativo ai servizi pubblici locali a rilevanza economica di ACQUA , ENERGIA, TRASPORTI e AMBIENTE si sono espressi a favore di una gestione non privatistica di tutti i servizi pubblici locali, prestandosi ad essere servi portatori di interessi privati che mirano a speculare e lucrare sul bene comune dell’acqua.
Nell’audizione presso la Commissione Parlamentare sul disegno di legge sulla ripubblicizzazione dei servizi idrici, USB pur dichiarandosi d’accordo, ha richiamato l’attenzione dei deputati sulla particolare situazione delle Multiutility, come l’ACEA, dove lo scorporo del servizio idrico causerebbe notevoli problemi, ricordando che il referendum del 2011 riguardava la ripubblicizzazione anche dell’Energia.
Se questa è la loro “democrazia popolare”: fregare il debole a favore del potente per assicurarsi prebende sulla gestione degli enti bilaterali, sui fondi pensione e welfare aziendale e benefit in termini di ore sindacali ben oltre quelle previste dallo statuto dei lavoratori, fino alla rappresentatività monopolistica ai tavoli di trattative (fuori gli altri) in cambio di firme su qualsiasi contratto o accordo al ribasso, allora è giunto il momento di cambiare.
NO ALLO SCIOPERO-FARSA
INVITIAMO I LAVORATORI A NON RENDERSI COMPLICI DI MANOVRE DI PALAZZO E A NON FARSI STRUMENTO DI INTERESSI OPPOSTI AI PROPRI
USB ACEA